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Il pane di Sant'Antonio per i terremotati in Turchia e Siria e gli alluvionati della Romagna

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"La Voce dei Santuari Antoniani" il foglio mensile di aprile al Santuario, utile per essere informati su avvisi, appuntamenti e...

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L'Oasi Giovani

L’Oasi Giovani è uno spazio francescano di incontro e formazione per giovani e ragazzi. Animato da un’equipe di frati e...

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21-Crocifissione-300
La scommessa era innanzitutto "geometrica": riuscire a incastrare una crocifissione (tema da sempre "verticale") in una tela orizzontale, magari spezzandone la storica simmetria del corpo per renderlo meno immobile, meno statuario. Poi, naturalmente, la sfida era quella di proporre un Cristo Uomo, fisico e tangibile, agitato e vivo. 
Spero di esserci riuscito.
   Nino Ferrara




Nino Ferrara

Antonio Ferrara è autore e illustratore di numerosi libri per ragazzi e ha lavorato con varie casi editrici (Mondadori, Tolbà, Fatatrac, Salani). È nato a Portici, vicino a Napoli, nel 1957 e vive a Novara con sua moglie Marianna, sua figlia Martina e coi gatti Simba e Minou. Ha compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e a non prendersi mai troppo sul serio. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa per ragazzi e per adulti presso scuole, biblioteche, librerie, associazioni culturali e case circondariali. Se gli chiedete perché scrive racconti per bambini, "Per risarcirli", vi risponderà.

Mc 15,21-41
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.
Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.


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