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Il pane di Sant'Antonio per i terremotati in Turchia e Siria e gli alluvionati della Romagna

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La Voce dei Santuari Antoniani

"La Voce dei Santuari Antoniani" il foglio mensile di aprile al Santuario, utile per essere informati su avvisi, appuntamenti e...

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L'Oasi Giovani

L’Oasi Giovani è uno spazio francescano di incontro e formazione per giovani e ragazzi. Animato da un’equipe di frati e...

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19-UltimaCena-300Nell'affrontare la complessa composizione dell'Ultima cena, ho scelto di collocare Cristo e gli Apostoli in una spazialità luminosa, riuniti attorno al tavolo che rappresenta l'evento.
Più che una caratterizzazione dei personaggi mi interessava la globalità della situazione e l'atemporalità dell'atto di amore tra il divino e l'umano, la dimensione dell'assenza del tempo rappresenta per me qualcosa che si avvicina ad un mio personale concetto di "sacro".
La tavola è povera, ho voluto un senso di vuoto e di bianco che unisse Cristo e gli Apostoli in una condivisione spirituale, assente di materia.
Al di fuori di questo cerchio di uomini che rivivono l'esperienza del divino nel nutrimento dello spirito, ho visualizzato un albero. 
L'albero ricorre spesso nelle mie immagini ed è per me un simbolo quasi imprescindibile della crescita e propagazione delle idee positive, del pensiero umano che se ben coltivato e nutrito nello spirito, fruttifica.
   Paolo Domeniconi


Paolo Domeniconi

Nasce a Crevalcore (BO) nel 1965.
Dopo gli studi artistici, lavora per alcuni anni all’interno di uno studio pubblicitario.
Nel 1992 intraprende l’attività di illustratore freelance, collaborando inizialmente con agenzie pubblicitarie.
Successivamente si interessa al mondo dell’illustrazione per l’infanzia, frequenta i corsi di specializzazione di Sarmede e Macerata e intraprende la collaborazione con numerose case editrici. 
Attualmente i suoi libri vengono pubblicati in Italia, Corea e Spagna.
Vive e lavora a Spilamberto (MO).

Mt 26,17-26
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: «Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli»». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo».


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